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Fotogramma di Centro di permanenza temporanea, opera video (5'30") di Adrian Paci, 2007

Hart Island, seppellimenti in fossa comune dei morti per Covid 19, New York, 2020

Storie che s'intrecciano.

 

"Soy

Soy lo que dejaron
Soy toda la sobra de lo que se robaron"
 

Calle 13, Latinoamérica.[1]

 

Nel 1992 sono arrivato in Italia, come Adrian Paci, artista, albanese, trapiantato come me a Milano.

Ero piccolo, ma ricordo ancora qualcosa di quei primi anni in Europa, ricordo la prima volta che vidi la neve a Zurigo, ricordo l'auto che mi portò fino in Italia attraverso il confine svizzero, ricordo i colori sbiaditi degli anni '90..

Anche se ero un bambino ricordo che in quegli anni l'Italia era un paese che non conosceva ancora gli stranieri, ce n'erano davvero pochi: quelli sono gli anni dei primi sbarchi di massa dai balcani.

Il primo fra tutti il 7 Marzo del 1991, il secondo invece solo qualche mese dopo, era l'8 Agosto del 1991. I profughi albanesi fuggivano dalla crisi economica e dalla dittatura comunista in Albania, come ben ricorda l'articolo online di Repubblica, "Vent'anni fa lo sbarco dei 27.000. Il primo grande esodo dall'Albania"[2].

Quel 7 Marzo - come racconta l'articolo - la città di Brindisi non era pronta ad accogliere tutta quella gente, l'Italia stessa non era pronta, non c'erano strutture adatte. Fu allora che entrò in campo la solidarietà di un popolo verso un altro, diverso ma vicino. Le persone che arrivavano su quei barconi erano stremate, assettate, affamate, e molti erano i minori che viaggiavano da soli.

Gli albanesi guardavano all'Italia come alla loro America, l'avevano immaginata guardando i programmi televisivi italiani che arrivavano nelle loro case, lì dall'altra sponda dell'Adriatico.

Centro di permanenza temporanea[3] è il titolo di un'opera-video di Paci, in cui delle figure umane ascendono una grossa scalinata che pare diretta all'imbarco di un aereo.

Vediamo i loro passi, vediamo i loro volti, primi piani come ritratti, e poi quando la scala è piena l'inquadratura si allarga e ci rendiamo conto che non c'è nessun aereo.

Fermi, reclusi in un non luogo, in un limbo che non porta da nessuna parte.

Le figure sono detenute, ma tutto ciò che c'è intorno continua a muoversi, il traffico non si ferma.

“Centro di permanenza temporanea” è il nome con cui in Italia si denominano i campi abilitati ad accogliere i migranti illegali.

Storie che s'intrecciano, la mia e quella di Paci, così come la sua e quella del suo popolo che nel video diventa un altro, in questo caso sopratutto latinoamericani che sognano l'America, gli Stati Uniti d'America.

Storie che s'intrecciano, storie alle quali Paci ci mette davanti, storie che spesso non vogliamo vedere, e che spesso non vogliamo nemmeno ricordare.

Ma è questo che l'Arte è capace di realizzare, immagini potenti e a volte maestose come statue.

Le storie sono tante, disseminate per tutto il globo, ma lì nel Mediterraneo ancora oggi in migliaia sbarcano o muoiono, e in quest'ultimo caso, il più drammatico, i cadaveri spesso vengono pietosamente sepolti, spesso senza nome, senza un'identità, storie infrante, storie da non dimenticare come suggerisce Paci.

 

Dunque se ogni popolo emigrante - come anche quello albanese - sogna l'America come metafora di un futuro migliore e, anche nel caso in cui migliore non sia affatto, di sicuro non è questo sogno l'errore ma lo è la nostra società, la cosiddetta Occidentale che ha creato un mondo sbilanciato, dove il 10% della popolazione mondiale possiede l'86% delle risorse disponibili, dove il 40% della popolazione mondiale possiede il 14% e infine dove il 50% della popolazione mondiale non possiede nulla.[4]

E' sempre questo mondo che ha creato il modo di nascondere le cose, appellandosi al "politicamente corretto", come dice J.Baudrillard: "Si tratta del 'politicamente corretto' in tutti i suoi effetti, impresa di imbiancamento e di profilassi mentale, a cominciare da quella del linguaggio. Il Negro, l'handicappato, il cieco e la prostituta diventano colour people, disabled, non vedente e sexworker: essi devono essere riciclati come del denaro sporco. Ogni destino negativo dev'essere ripulito da un trucco ancora più osceno di quel che vuol nascondere."[5], e ancora, "dietro la ripulitura di tutte le categorie in nome della loro differenza si profila sempre il disprezzo".[6]

Ma come colleghiamo queste cifre al discorso di Baudrillard?

Osservando i numeri ci rendiamo conto che abbiamo un'oligarchia del 10%, e che poi abbiamo una massa indigente che è almeno la metà della popolazione mondiale.

Questa massa indigente è soprattutto l'Africa, l'Asia nella sua maggior parte, e ovviamente l'America latina, tutti sommati sono il 50% all'incirca della popolazione mondiale, e il 40%?

Il 40% è la classe media, quella che si spartisce a fatica il 14% delle risorse mondiali.

La classe media è ovviamente concentrata per lo più nei paesi considerati avanzati, quindi questa popolazione si trova principalmente nella società Occidentale.

Dunque come dice Badiou, se i potenti e ricchi sono pochissimi (rispetto alla popolazione mondiale), e dietro a loro c'è la macchina del capitalismo globalizzato a muovere le sue pedine, chi sono questa classe media?

Essa è il sostegno di massa del potere democratico di questa gigantesca macchina.

Ovviamente democratico è un eufemismo.

La cosa che mi preme rimarcare qui è che come dice Badiou questo 40% della popolazione mondiale desidera non essere associata/identificata con l'immensa massa indigente. Dunque per Badiou questa classe media, presa nel suo insieme, è permeabile al razzismo e alla xenofobia, al disprezzo della gente povera.[7]

Seguendo perciò il collegamento tra il ragionamento di Baudrillard e quello di Badiou possiamo capire dunque come questa massa della classe media sia il vero vettore della convinzione che l'Occidente sia il luogo dei popoli civili - che ci piaccia oppure no - sono sicuro che questa idea ci dia fastidio, e forse per questo colpisce il bersaglio.

Hart Island, nel Bronx a New York City è un'isola quasi sconosciuta da tutti, o dimenticata, ma è tornata ancora una volta alla ribalta in questo momento di crisi pandemica.

In quest'isola vengono sepolti dal 1869 i senzatetto, poveri, e emarginati della città, Hart Island è in pratica un'enorme fossa comune nella città più famosa e cosmopolita del mondo, la Grande Mela, il cuore se vogliamo degli Stati Uniti.

Non mi dilungherò qui sulla storia di Hart Island, se volete saperne di più vi rimando a questo sito: https://www.hartisland.net, ma mi preme sottolineare e far conoscere che un'artista di nome Melinda Hunt da anni si batte perché questo posto possa essere un posto migliore dove morire, un posto dove i seppelliti non vengano dimenticati sotto una coltre di terra, dove i parenti e chiunque altro possa accedere a quest'isola, ancora una volta l'Arte con le sue immagini e la sua forza disvelatrice muove le coscienze, o almeno ci prova.

E' qui dove in questi giorni vengono sepolti i morti per Covid 19 non reclamati da nessuno.

Ci sono angoli, neanche troppo nascosti, dove tutt'ora la nostra società, quella che riteniamo giusta, cela ancora questi avvenimenti.

E pare ancora incredibile che queste cose possano accadere in un paese così benestante come gli Stati Uniti d'America?

Pare ma non lo è, se ripensiamo alle parole di Baudrillard scritte quasi 30 anni fa e a quelle più recenti di Badiou, e se pensiamo inoltre che questo sia solo un piccolo esempio in uno scenario sicuramente più vasto.

"La morte aiuta a svelare, noi e il mondo intorno" scrive una giornalista di Repubblica[8] a proposito di Hart Island, e parlando con il capitano che si occupa dei seppellimenti eseguiti in maniera volontaria da carcerati, sottolinea: "..anche i miei uomini preferiscono mettere i morti nella terra piuttosto che rimanere chiusi in una cella. Lo scelgono loro, credendo di distrarsi all'aria aperta, ma questo negozio della morte li cambia per sempre".

 

Ricordo ancora come la prof. con la quale scrissi la mia tesi negli anni accademici ripetesse spesso "..la morte è sempre una questione politica"; in questi giorni di quarantena il concetto non mi è mai stato così chiaro.

Dimenticare ci uccide per sempre.

 

 

 

 

 

[1] Canzone inno per Latinoamérica, di Calle 13, visibile su: https://www.youtube.com/watch?v=DkFJE8ZdeG8

[2] Articolo di Valeria Pini, Vent'anni fa lo sbarco dei 27.000. Il primo grande esodo dall'Albania, su Repubblica.it , consultabile su: https://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2011/03/06/news/1991_il_primo_grande_esodo_dall_albania_verso_l_italia-13263392/

[3] L'opera di Paci è visibile liberamente su:

https://www.youtube.com/watch?v=2EY1fpo0DRc

[4] Alain Badiou, Il nostro male viene da più lontano, Torino, Giulio Einaudi Ed., 2016, pag.23

[5] J. Baudrillard, Il delitto perfetto - La televisione ha ucciso la realtà?, Milano, Raffaello Cortina Ed., 1996, pag. 143

[6] Ivi, pag. 145

[7] Alain Badiou, Il nostro male viene da più lontano, Torino, Giulio Einaudi Ed., 2016, tutte queste riflessioni nascono dalla lettura del cap. 2

[8] Articolo di T. Rinaldi Castro, Nell'isola dove New York seppellisce i suoi fantasmi, su  Repubblica.it, consultabile su : https://www.repubblica.it/venerdi/reportage/2017/07/26/news/cimitero_new_york_hart_island_senzatetto_bronx-171675103/

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