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L'idea di questi scritti nasce durante il periodo di quarantena, periodo che ho passato con la mia compagna nel nostro appartamento a Valencia. 

 

Da qui, prima che arrivasse il virus, seguivamo le vicissitudini italiane dove il virus era già arrivato.

In un primo momento la preoccupazione fu per i nostri cari: ricordo che parlavamo spesso con i nostri familiari, cercando di capire dai loro racconti che cosa stava accadendo. Ricordo che insieme abbiamo iniziato a seguire i telegiornali italiani via web e quando si è iniziato a parlare di zone rosse, come per esempio di Codogno. Ricordo i primi casi spagnoli, tra cui quello di un medico italiano in vacanza a Tenerife.

Ricordo che qui era tutto apparentemente normale, se ne parlava in tv, si minimizzava, e ogni cosa sembrava sotto controllo e lontana.

Ricordo che a Valencia era praticamente giunto il momento delle tanto attese Fallas, la festa per eccellenza dei valenciani, una festa che si organizza con un anno di lavoro e preparazione e che tutti sentono molto, molto più del Natale e del Capodanno...

Ricordo ancora che l'8 Marzo a Madrid doveva esserci una grossa manifestazione per il giorno della donna; in migliaia si sarebbero riversati per le strade nel centro della capitale.

Ricordo poco dopo la dichiarazione dell'Oms: e quella che era ritenuta solo una epidemia, passò ad essere una pandemia.

Ricordo che da un momento all'altro la percezione del rischio qui in Spagna cambiò; il giorno prima era tutto apparentemente sotto controllo, il giorno dopo i casi si moltiplicavano a dismisura e gli ospedali incominciavano ad affollarsi.

Ricordo il giorno in cui il Primo Ministro della Spagna dichiarò el Estado de Alarma: il virus ormai era qui, e ci avrebbe costretto tutti alla quarantena.

Ricordo le prime immagini che arrivarono dall'Italia, i primi applausi ai sanitari, l'inno dai balconi, i musicisti, un biglietto con scritto "andrà tutto bene"..

 

In un primo momento ripresi a dipingere, ripresi a leggere con più interesse e calma. Infine, credo di aver sentito la necessità di dover scrivere: così nacquero questi scritti. Sono per me un diario, un diario della quarantena e del dopo. In principio non ebbi chiaro lo scopo, né tantomeno li consideravo un diario, ma poi un giorno pensai che questo "gesto" di accostare due immagini, la prima proveniente dal mondo dell'arte - quello che conosco meglio -, la seconda da quello che stava accadendo - quello che stavo vivendo -, era molto interessante, ero riuscito a creare delle collisioni, degli scontri tra tempi diversi, tra fatti, tra concetti e idee, tra immagini.

Li feci leggere a qualcuno che li trovò interessanti, il che mi spinse a continuare.

Ad un tratto mi accorsi che questo non era più un semplice diario, ma che stava prendendo la forma di un progetto più grande, quelli che erano dei semplici pensieri potevano diventare un racconto, un'opera da leggere e guardare.

Così queste collisioni si scontrano tra loro sotto forma di somiglianze, di suggestioni, di significato, talvolta per opposizione, e così via dicendo..

 

Buona visione e buona lettura.

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