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"Sono riuscito a capire che troppo spesso ho cercato la spinta vitale in elaborate ricette preconfezionate per la felicità, quando in realtà molto di frequente ciò di cui avevo davvero bisogno era a portata di mano. Quel che mi mancava era godere di un buon libro senza dover guardare l'orologio, era scoprire un magnifico fiume a 50 metri da casa, passare del tempo con la mia compagna senza le distrazioni del lavoro."

Il tuo nome - Luca

Età - 33

Che studi hai fatto - Laurea triennale in pittura e Laurea biennale in Visual Cultures presso l'Accademia di Brera

Che lavoro fai - Tatuatore

Dove sei nato/a - Borgomanero (NO), Italia

Dove vivi attualmente - Meina (NO), Italia

 

1 - La Pandemia ci ha costretto tutti o quasi, a vivere una situazione mai vissuta prima, ossia la quarantena, che cosa ti manca di più del “prima” della quarantena?

 

L'unica risposta valida credo sia "la possibilità di viaggiare". Tutto il resto manca solamente in modo parziale.

Prima della quarantena forzata c'erano molte cose sbagliate nelle nostre vite, per questo motivo mi risulta difficile dire che mi sia mancato altro in modo particolare.

 

2 - E' arrivata prima l'emergenza sanitaria e poi quella economica, ti fa più paura poter contrarre il virus o rimanere senza lavoro?

 

Ad oggi temo di più la possibilità che il lavoro possa subire in maniera drammaticamente negativa gli effetti della crisi economica. La possibilità di contrarre il virus è qualcosa che in minima misura si può gestire e prevenire più “facilmente” rispetto alla questione economica.

 

3 - Come vivi o hai vissuto il tempo in quarantena? Se questa situazione eccezionale ti ha portato a fare scelte drastiche nella tua vita, ce ne puoi parlare brevemente?

 

Più che di scelte drastiche potrei parlare di una maggior consapevolezza di alcuni aspetti della vita precedente alla pandemia. Ho passato e, per il momento, continuo a passare il tempo tra letture, film, pittura e riflessioni sul futuro dopo la fine dell'emergenza.

 

4 - Durante i primi giorni di quarantena intorno alla fine di Febbraio e inizio Marzo, sul web sono girati alcuni articoli di importate testate giornalistiche con un tema ben preciso e titoli come: "Il Coronavirus terrorizza, il clima no. Come nasce la percezione del rischio". Hai mai riflettuto su questo? Hai mai pensato che l'esperienza della pandemia possa essere una lezione nella lotta al cambiamento climatico?

 

E' stata una delle prime riflessioni scaturite dalla situazione pandemica. Credo che il comportamento umano, il modo di vivere e di rapportarsi dell'Uomo con il resto del Pianeta, abbia portato a creare delle situazioni che mettono a serio rischio la sopravvivenza della specie umana. Il virus è una di queste, ma sappiamo, o almeno dovremmo, che il cambiamento climatico potrebbe portare a molte altre situazioni drammatiche. La possibilità di prendere coscienza una volta per tutte dell'insostenibilità del nostro sistema è concreta. Il vero problema sarà la volontà o meno di ripensare completamente quella che oggi chiamiamo la "normalità" di prima del virus.

Se crediamo di poter riprendere dove e come abbiamo interrotto, allora ci ritroveremo a dover affrontare altre gravi crisi, probabilmente peggiori di quella attuale.

 

5 - La Pandemia ha già portato grossi cambiamenti nella vita di tutti, e molti sono quelli che porterà, hai (nuovi) dubbi sul tuo futuro come individuo e/o sul tuo nucleo familiare, quali?

 

Il mio pensiero in questo periodo mi ha portato a comprendere che parte della vita precedente andrà modificata in maniera radicale. Tutti speriamo di poter tornare al lavoro, agli affetti e tutto il resto, ma non nella stessa maniera di prima. Tentando di spiegare quali dubbi e quali cambiamenti vorrei apportare alla mia esistenza, posso dire che vorrei ridurre al minimo il mio personale impatto ambientale, ridurre il tempo da dedicare al lavoro e utilizzare quello stesso tempo per godere di una vita che sento più vera, più lenta.

In questo periodo ho avuto modo di SENTIRE profumi, rumori ed emozioni che non provavo da tempo. Sono riuscito a capire che troppo spesso ho cercato la spinta vitale in elaborate ricette preconfezionate per la felicità, quando in realtà molto di frequente ciò di cui avevo davvero bisogno era a portata di mano. Quel che mi mancava era godere di un buon libro senza dover guardare l'orologio, era scoprire un magnifico fiume a 50 metri da casa, passare del tempo con la mia compagna senza le distrazioni del lavoro.

Tutto questo dovrà portare necessariamente a dei cambiamenti importanti, capire quali saranno, come farlo e che impatto avranno nel mio futuro, sarà un'avventura interessante.

 

6 - Il Capitalismo avanzato nel quale viviamo ci ha fatto credere che niente si potesse fermare: il virus ci ha dimostrato il contrario. Il Pianeta Terra ha avuto praticamente un mese di respiro, tutte o in molti casi la maggior parte delle attività hanno dovuto interrompersi: reputi qualcuna di queste, a conti fatti, superflua? Quale di queste vorresti che non riprendesse più?

 

Non credo di poter definire una qualsiasi attività "superflua", semmai vale il concetto espresso nelle risposte precedenti, ovvero che sarà necessario un ripensamento di tutte le attività, sia da un punto di vista pratico che da un punto di vista etico.

 

7 - Alcuni filosofi, sociologi, intellettuali, ipotizzano e/o auspicano che dopo questa situazione di quarantena e pandemia ci possa essere un cambiamento nella società, tu credi sia possibile? (Spiegaci la tua risposta).

 

Non avendo molta fiducia nelle masse temo che non avverranno i cambiamenti necessari. Riguardo alla possibilità che avvengano i cambiamenti auspicabili credo che ci sia sempre stata, il virus dovrebbe dare gli stimoli necessari affinché ciò avvenga.

 

8 - E come ultima cosa la più importante, scegli un'immagine che per te sia rappresentativa di questo periodo storico che tutti abbiamo vissuto e allegala insieme a questo file alla mail di risposta (se possibile, in buona risoluzione e in formato JPG).

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