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"E' necessario compiere una rivoluzione culturale. Cambiare i nostri obiettivi: non più crescita economica ma evoluzione del pensiero. Il benessere non può e non deve essere una creazione meramente artificiale."

Il tuo nome - Ivan

Età - 32

Che studi hai fatto - Informatica / Comunicazione

Che lavoro fai - Agente di viaggi

Dove sei nato/a - Italia (Monza)

Dove vivi attualmente - Italia (in provincia di Monza)

 

1 - La Pandemia ci ha costretto tutti o quasi, a vivere una situazione mai vissuta prima, ossia la quarantena, che cosa ti manca di più del prima della quarantena?

 

La libertà.

 

2 - E' arrivata prima l'emergenza sanitaria e poi quella economica, ti fa più paura poter contrarre il virus o rimanere senza lavoro?

 

Non ho mai avuto paura di contrarre il virus. Ho avuto paura  che lo potessero contrarre i miei cari più fragili. Ora che non siamo più in una vera e propria emergenza, questa paura sta sfumando. La paura di perdere la stabilità economica inizia invece a farsi strada. Lavoro nel settore che forse è stato maggiormente colpito.

 

3 - Come vivi o hai vissuto il tempo in quarantena? Se questa situazione eccezionale ti ha portato a fare scelte drastiche nella tua vita, ce ne puoi parlare brevemente?

 

Ho vissuto a casa da solo.  Non ho fatto scelte drastiche, ma ho avuto modo di riflettere a lungo su alcuni aspetti del mio carattere. Ho sempre amato la solitudine, ma persino un misantropo come me ha dovuto fare i conti con la realtà: senza gli altri non posso vivere con serenità. Sono un animale sociale come ce ne sono tanti.

 

4 - Durante i primi giorni di quarantena intorno alla fine di Febbraio e inizio Marzo, sul web sono girati alcuni articoli di importanti testate giornalistiche con un tema ben preciso e titoli come: "Il Coronavirus terrorizza, il clima no. Come nasce la percezione del rischio"Hai mai riflettuto su questo? Hai mai pensato che l'esperienza della pandemia possa essere una lezione nella lotta al cambiamento climatico?

 

Nel mio piccolo ho sempre cercato di rispettare la natura, ma come tutti ho commesso degli errori e sono stato egoista in più occasioni. L'esistenza stessa dell'umanità è un problema per il pianeta. Ogni nostra azione è autoreferenziale. Sì, ogni tanto facciamo qualcosa per correre ai ripari, ma è un tentativo disperato e fallace di riparare un grave danno che noi stessi abbiamo provocato. Un pianeta pulito e sano è un pianeta che non conosce l'uomo. Si può partire però da un presupposto fondamentale: il margine di miglioramento è molto ampio. Non so se questa esperienza ci consegnerà gli strumenti e la consapevolezza per migliorare. Lo ammetto: non nutro grande fiducia nell'umanità. Ciò che posso dire è che se non coglieremo questa preziosa occasione di cambiare le cose, non credo ne avremo altre.

 

5 - La Pandemia ha già portato grossi cambiamenti nella vita di tutti, e molti sono quelli che porterà, hai (nuovi) dubbi sul tuo futuro come individuo e/o sul tuo nucleo familiare, quali?

 

Non ho particolari paure. Dovrò forse riconsiderare alcune scelte. Ho sempre vissuto alla giornata, aspettando che le cose accadessero. Credo che sia arrivato il momento di iniziare a pianificare.  

 

6 - Il Capitalismo avanzato nel quale viviamo ci ha fatto credere che niente si potesse fermare: il virus ci ha dimostrato il contrario. Il Pianeta Terra ha avuto praticamente un mese di respiro, tutte o in molti casi la maggior parte delle attività hanno dovuto interrompersi: reputi qualcuna di queste, a conti fatti, superflua? Quale di queste vorresti che non riprendesse più?

 

Dovremmo fare tutto ciò che è in nostro potere per minimizzare le occasioni di inquinamento. Abbiamo imparato che lo smartworking è un'alternativa valida e fattibile. Nei limiti del possibile dovremmo perseguire questa strada. Ricollocare le risorse per ridurre al minimo l'azione distruttiva dell'uomo. Investire sull'ecologico come mai abbiamo fatto prima. E' necessario compiere una rivoluzione culturale. Cambiare i nostri obiettivi: non più crescita economica ma evoluzione del pensiero. Il benessere non può e non deve essere una creazione meramente artificiale.

 

7 - Alcuni filosofi, sociologi, intellettuali, ipotizzano e/o auspicano che dopo questa situazione di quarantena e pandemia ci possa essere un cambiamento nella società, tu credi sia possibile? (Spiegaci la tua risposta).

 

E' sempre stato possibile. Siamo stati noi a scegliere di non renderlo possibile. Questa esperienza cambierà le cose? Sono pessimista ma non perdo la speranza. Nel frattempo, inizio da me.

 

8 - E come ultima cosa la più importante, scegli un'immagine che per te sia rappresentativa di questo periodo storico che tutti abbiamo vissuto e allegala insieme a questo file alla mail di risposta (se possibile, in buona risoluzione e in formato JPG).

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